PIAZZA DUOMO
ANDREA DE’ MOZZI
Il Bacchiglione, come luogo geografico- simbolo di Vicenza, appare nell’Inferno, anche a proposito di Andrea de’ Mozzi, fiorentino di nascita, vescovo di Vicenza nel 1295, nell’età di Dante. Una figura torbida nel sabbione ardente dove sono puniti i sodomiti. E’ il maestro di Dante, Brunetto Latini, a indicare il vescovo dannato e lo addita con grande disprezzo: Se vuoi vedere un’anima schifosa, ripugnante, ecco colui che dal papa fu trasferito dall’Arno al Bacchiglione, dove morì lasciando la sua incontrollata energia sessuale. Andrea de’ Mozzi apparteneva a una delle famiglie più ricche di Firenze, di lunga militanza guelfa: per molto tempo i Mozzi sono stati i banchieri dei papi. Ancora oggi si può ammirare Oltrarno il trecentesco palazzo di famiglia, affacciato sulla Piazza che si chiama appunto Piazza de’ Mozzi. Andrea compie studi di diritto a Bologna e in Inghilterra e diventa successivamente cappellano a Roma presso tre papi. Sarà poi nominato vescovo nella sua città, Firenze. Qui si distingue per avidità e intrighi pecuniari, impossessandosi perfino della cassa della Confraternita dei Fratelli della Penitenza. Pare che abbia tentato di corrompere anche il neo-eletto papa Bonifacio VIII offrendogli un cavallo di razza pregiata. IL pontefice rifiutando, lo spedisce per punizione a Vicenza. Sono vere le accuse relative al vizio di sodomia? Dante ha probabilmente raccolto voci che circolavano a Firenze non suffragate, però, da documenti giunti fino a noi.
…………………………………… e vedervi,
s’avessi avuto di tal tigna brama,111
colui potei che dal servo de’ servi
fu trasmutato d’Arno in Bacchiglione,
dove lasciò li mal protesi nervi.114
Inferno XV, vv. 110- 114
Il Palazzo dei Mozzi a Firenze, grandiosa dimora della famiglia del vescovo Andrea de’ Mozzi