IN COLLABORAZIONE CON:

CON IL PATROCINIO DEL COMUNE DI VICENZA

SAN LORENZO

PIETRO DA MARANO ( Piero Nan da Maran)  

 

Uno sguardo speciale merita la splendida lunetta scolpita da Andriolo de’ Santi nel 1346, voluta e finanziata con una cifra altissima ( 10.000 ducati ) dal personaggio in ginocchio col cappuccio da penitente, raffigurato accanto alla Vergine col Bambino, a San Francesco e a San Lorenzo: è Pietro da Marano, meglio noto come Piero Nan da Maran ( Marano Vicentino). Questa è l’unica effige di un personaggio singolare e misterioso: di bassa statura, nano appunto, Piero è stimato consigliere di Cangrande della Scala ( una specie di agente segreto), esperto di magia e di astrologia, arricchitosi anche praticando l’usura. Ed è proprio per riparare la grave colpa dell’usura che Piero da Maran decide di donare la lunetta in cambio dell’indulgenza. Un documento apocrifo scoperto alcuni anni fa – e ripreso recentemente da Alessandro  Barbero e da Marco Santagata – vede Piero impegnato con Dante e i Visconti di Milano in una misteriosa pratica negromantica, con l’intento di provocare la morte del papa avignonese Giovanni XXII. Ciò sarebbe avvenuto fra il 1318 e il 1320, poco prima della morte del Poeta. Storia o invenzione? Uno dei tanti “gialli” che avvolgono l’opera e la figura di Dante, che, proprio perché unico essere vivente uscito dall’Inferno, è stato considerato in alcuni ambiti maestro di magia nera.”

“Mentre Dante si trovava a Ravenna il suo nome venne fatto, ad Avignone, in circostanze piuttosto terrificanti. Erano gli anni in cui la paranoia della stregoneria stava cominciando a impadronirsi della cristianità occidentale…Un chierico milanese, Bartolomeo Cagnolati, dichiarò d’essere stato interpellato da Matteo Visconti in quanto esperto di negromanzia… Gli avrebbe mostrato una statuetta d’argento su cui era scritto il nome di Giovanni XXII, dicendogli che questo era il papa e che bisognava toglierlo di mezzo… In seguito il Visconti lo aveva convocato una seconda volta, incaricandolo di portare la statuetta a Verona a un altro negromante, Pietro Nan, che poi era il soprannome di messer Pietro da Marano, intimo consigliere di Cangrande, e in effetti, nano”. Dopo altre complesse vicende “ il Visconti gli chiese se era disposto a riprovarci… e aggiunse che a quello scopo aveva già fatto venire a Piacenza magistrum Dante Aleguiro de Florencia….”

Alessandro Barbero: Dante, 2020

“Pietro era una strana persona: piccolo e magro, lentigginoso e rosso di capelli, osservava le persone con occhi ardenti, quasi spiritati. Non era amico di nessuno, ma da tutti rispettato, anzi, temuto. Guaritore, si mormorava che praticasse la magia nera. Correva voce che Cangrande si servisse di lui per certe operazioni inconfessabili… Putroppo anche il Nani, dopo svariati tentativi, si era arreso. Aveva dovuto confessare che quell’incarico oltrepassava le sue forze, richiedeva un mago dotato di conoscenze straordinarie.
– Ecco perché siete qui ( Dante Alighieri)
– Io?
Si sentì sobillare di rabbia: lui mago, lui negromante… – Io tratterei con i diavoli? Avrei appreso la magia nera?”

Marco Santagata: L’ultima magia. Dante 1321

La lunetta di Andriolo de’ Santi

Pietro da Marano (Piero Nan da Maran)

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